Servire la patria nei campi non è servizio civile

«Costruire opportunità e immaginare occasioni. Il servizio civile come motore di partecipazione e trasformazione delle comunità. Terminate le due giornate del Festival Nazionale del Servizio Civile organizzato dalla Cnesc, ci portiamo a casa tante riflessioni, parole, una condivisione di senso rispetto al nostro pensare le attività di SC, tanta energia per continuare a fare quello che facciamo, provare a fare la differenza con e per gli operator3 volontar3 di SCU.

Ma mentre ci interrogavamo sul senso di quello che facciamo, sul trasmettere e raccontare l’obiezione, la nonviolenza, la partecipazione giovanile eravamo disturbati dallo scintillante annuncio del bando di Servizio Civile Agricolo. “Mille giovani per servire la patria nei campi” dichiarava il Ministro Lollobrigida.

Toni e parole lontanissime da quello che è il Servizio Civile, da quello che siamo noi. E allora non possiamo non riprendere la nota della Cnesc:

“Dovrebbe essere chiaro al Ministro Lollobrigida che la legge che istituisce il servizio civile permette l’attuazione dello stesso solo agli enti del terzo settore ed enti locali accreditati all’albo SCU, e non ad aziende agricole o altri soggetti del settore profit. Apprezziamo la volontà del Ministero di investire su questo istituto ma la via maestra per sostenerlo è potenziare l’unico servizio civile. Perché diventi davvero universale è necessario investire risorse per il contingente del bando ordinario – che già offre la possibilità di svolgere servizio in numerosi settori, tra cui quello dell’agricoltura sociale – anziché immaginare opportunità diverse che rischiano di avere poca attinenza col SC.”» [Rosario Lerro, presidente Asc nazionale]

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